Wednesday, November 30, 2005

Lungo i canali francesi, poi a Parigi, etc


…un film molto bello: omaggio al Duke,amico & guru, (anche in relazione alla musica piazzataci sopra dal mio omonimo, il Ghezzi, su Rai3:"because the night…")

op.cit.

"Sono più le cose di cui non scriviamo che quelle di cui scriviamo"
(Cesare Pavese , Il mestiere di vivere - 1944)

Tuesday, November 29, 2005

Shelter from the storms



Fuori della stazione di Firenze, lungo il perimetro dei marciapiedi luridi e desolati, in gruppi rannicchiati e cupi, ho visto un campionario triste di tribù immigrate: singalesi, filippini, slavi, latino-americani, e chissà quante altre diverse comunità. In comune, l'abbigliamento scuro e anonimo della carità, abiti ricevuti dai benevolati, e poi, chi piu' chi meno, il rito cupo del bere.

La strada era fredda di pioggia invernale e di totale indifferenza, i gruppi stavano tutti attenti a non far troppo casino, per non disturbare e poi magari cadere sotto le attenzioni della polizia. Bevevavo birroni, si vedevano file di bottiglie in giro, come birilli di un gioco silenzioso; per lo piu' vuote. Bevevano molto tristemente, proprio senza allegria, senza un cazzo di nulla da festeggiare, tanto per stordirsi, come da manualetto dell'alcolista. Porca troia - mi sono detto - ma perche' non trovano almeno un posto più decente dove stare? Questi marciapiedi e questi angoli bui tra le macchine, fanno proprio schifo. Ma non hanno un cazzo di posto dove andare?

Mi sono ricordato che una volta non era cosi', c'erano le case del popolo, i circolini di quartiere, le Sms non erano messaggini ma le "società di mutuo soccorso".
C'era una volta, e funzionava, una diffusa realtà di spazi accoglienti,solidali, amichevoli e gratis: erano anche le parrocchie, e naturalmente le case del popolo, o i circoli sportivi, di quartiere, persino il bar all'angolo, se era grande e tranquillo (senza smanie di far panini per idioti operosi). C'erano insomma tanti spazi possibili, che offrivano asilo, come un porto amico, a tutti quelli che non avevano dove andare. Al massimo costavano il prezzo delle stesse birrone, che ora tracannano in silenzio nel buio, al freddo, come cani randagi. E si faceva due chiacchiere magari anche utilmente (per Dio o per il partito, o per il piacere del barista).

Non ci sono neanche più preti, in giro, che possano invitare questi poveri cristi a scaldarsi e consolarsi un po' meglio, in compagnia, in qualche inutile e vuota parrocchia?

Oh certo, che non è cosi semplice o facile, ma non mi sembra poi neppure cosi' difficile, offrire un po' di asilo; ma che cazzo di comunità di merda è diventata, anche questa mia ficona di città? Buona per i turisti organizzati e paganti, come una vecchia maiala ? Mi fa proprio incazzare, e mi borbotto nostalgico e impotente come fosse meglio, prima. E non solo a Firenze, di sicuro. Mi fa venire anche qualche pensiero, semplice, sulle famigerate banlieus francesi.

Anche li' , una volta, c'erano i circoli operai e comunisti, che offrivano spazio e accoglienza. Ora più nulla, o al massimo i nazi-fascisti di LePen, a raccogliere malumori a buon mercato e far propaganda razzista. E intanto qui alcuni bischeri discutono se levare o meno falce e martello, dal "logo": ma pensa.

Senza la prospettiva di un porto o di un approdo, la navigazione si fa dura e i naviganti, prima o poi si incazzano; non è poi così strano, non c'è proprio bisogno di orde intellettuali, a farcelo sapere.

"Come on, I say I'll give you shelter from the storm…" (B.D.)

Monday, November 28, 2005

Esopopea (freddure da meditazione)


Un cieco incontra uno zoppo e sbadatamente gli chiede "come va" ?
Lo zoppo risponde allora : "come vede".

Sunday, November 27, 2005

…forse non tutti sanno che

ci sarà (presto?) un computer da 100 dollari.
Per favorire la navigazione in Rete dei paesi più poveri.
Il segreto è nel prezzo, 100 dollari appena, una soglia fisiologica definita dai ricercatori del Massachusetts Institute of Technology, guidati da Nicholas Negroponte, per consentirne la maggiore diffusione possibile.

Destinato in primis agli studenti di elementari e medie, il pc - che avrà una scocca in caucciù per una maggiore resistenza - girerà su un processore di soli 500 MHz (contro i 3.000 MHz di un pc evoluto) e utilizzerà il sistema operativo Linux, affidabile, ma soprattutto gratuito. La memoria sarà appena di 1 Gigabyte, sufficiente comunque per gestire i programmi e permettere una piena connettività, vero obiettivo del progetto. (segue) (Aki) - Il pc da 100 dollari, infatti, potrà collegarsi senza fili a Internet grazie al sistema wi-fi e avrà quattro porte di connesione Usb per collegarlo a ogni periferica. Su un lato, inoltre, spicca una vistosa manopola gialla che servirà per l'alimentazione: pensato per luoghi difficilmente raggiunti dall'elettricità, il Pc da 100 dollari potrà essere ricaricato a mano (come già avviene per torce e radioline).

Secondo i progettisti, una carica di alcuni minuti dovrebbe permettere al portatile di funzionare al minimo per alcune ore in modalità di sola lettura. Lo scoglio più alto da superare - hanno ammesso i ricercatori del MIT - è stato quello della scelta di uno schermo efficiente, ma anche economico: la scelta è caduta su un display a doppia funzione, a colori o in bianco e nero (per migliorare la visibilità anche in piena luce). Con i suoi 35 dollari è il componente più costoso di un pc che dalla fine del 2006 dovrebbe entrare in produzione, con obiettivi di almeno 5 milioni di esemplari l'anno da distribuire inizialmente in Brasile, Cina, Egitto, Sudafrica e Thailandia.

Friday, November 25, 2005

Georgie boy passed away

Lo chiamavano il quinto Beatle, era stato il pallone d'oro del 68; era Irish, dunque simpatico pero' beone.
Morto oggi (o ieri) a meno di sessantanni, dunque uno di noi, ragazzi over 50. Si è fatto fotografare nella sua tremenda agonia, ultimo colpo d'ala di un grande Falstaff: che aveva avuto tutto - Best of everything - ma aveva scoperto il disinganno e che neppure tutto bastava, per la felicita'. Penso alle canzoni di Rod Stewart, agli anni 70, al troppo bere - ricorrente tentazione solitaria (anche Eric Clapton, anche troppi altri)- e mi allaga un fiotto di malinconia.
Immagino di essere ancora nel campetto di periferia dove giocavo a pallone con gli amici: un minuto di silenzio per l'inglese, ragazzi.
Come dicono nei libri, che la terra ti sia leggera, Georgie, e che ci si ritrovi tutti la'(ma non al Roxy bar): a dare due calci al tuo pallone dorato, nei pascoli del cielo blu. L'altro George (Harrison) suonerà per accoglierti: Gimme Love, gimme peace of mind…

Milano secondo Till

--
scrive Till…

Quando vi ero arrivato un casino di anni fa, c'erano più grettezza, più
povertà, ma anche più speranze. Per darsi delle arie, la gente di mezza età
amava usare i ridicoli francesismi: comme il faut, pied-à-terre, soignée,
savoir faire. Facevano tenerezza. Performante e happy hour non esistevano
ancora.
Vedevo ancora tanta timidezza e pudore.
Il prepotente era considerato un criminale.
Se uno guidava una cabriolet, sapeva di essere un privilegiato (o un ladro).
C'era il mito della signorilità, non delle apparenze trendy.
I milanesi erano fieri del panettone, dello Stadio S. Siro, della Stazione
Centrale e della loro Fiera.

Agli anziani e alle donne incinte si dava la precedenza.

Oggi, solo perché abbiamo il brunch e alcune modellastre scandinave di
passaggio, crediamo che Milano sia diventata una città internazionale. Che
lo sia davvero, ce lo dicono solo le riviste straniere dedicate al design e
i turisti asiatici in pellegrinaggio nel triangolo maledetto Manzoni, Spiga,
Montenapoleone.

Tutti gli altri viandanti fanno un salto alla Scala e al Cenacolo, per
proseguire subito per Cremona, Ferrara, Trento.
Gli artigiani, i negozi locali, i vigili dalle maniere decenti sono
scomparsi. Ma, ed è questo la cosa più triste, sono scomparsi addirittura i
milanesi. Tra città e abitanti non c'è più nessuna identificazione.
Abbiamo un terzo di underdog disperati, un terzo di pensionati nostalgici e
un altro terzo di ridicoli apologeti opportunisti che sognano Barcellona,
Amsterdam e Berlino.
Con tutti i loro casini e la criminalità, Napoli e Palermo hanno un
carattere, una memoria, un dialetto. Per non parlare di Roma.
Se devo scegliere tra una colonizzazione del Vaticano e un'altra di impronta
yankee, io, che sono un mangiapreti a tempo pieno, scelgo la disperazione di
Pasolini.


Till

dal blog di Doreen, 19 anni, NewYork

This is what women say -- and what it really means -- it's so true.


FINE
This is the word women use to end an argument when they are right and you need to shut up.

FIVE MINUTES
If she is getting dressed, this is half an hour. Five minutes is onlyfive minutes if you have just been given 5 more minutes to watch the game before helping around the house.

NOTHING
This is the calm before the storm. This means "something," and youshould be on your toes. Arguments that begin with 'Nothing' usually end in"Fine".

GO AHEAD
This is a dare, not permission. Don't do it!

LOUD SIGH
This is not actually a word, but is a non-verbal statement often misunderstood by men. A "Loud Sigh" means she thinks you are an idiotand wonders why she is wasting her! time standing here and arguing with youover "Nothing".

THAT'S OKAY
This is one of the most dangerous statements that a woman can make toa man. "That's Okay" means that she wants to think long and hard before deciding how and when you will pay for your mistake.

THANKS
A woman is thanking you. Do not question it or faint. Just say you're welcome.

WHATEVER
It's a woman's way of saying F*** YOU!
posted by Doreen @ 12:14 PM